Sulla incompatibilità tra evoluzione e seconda legge della termodinamica.

Erwin Schrœdinger, nel febbraio del 1943, si chiese come sia possibile l'evoluzione della vita, a dispetto della seconda legge della termodinamica (principio dell’entropia crescente). Questa incoerenza tra un fatto ed una legge della fisica lo portò a dire che dovremmo essere pronti ad accettare una nuova legge, il tassello mancante di un mosaico, ad integrazione di quanto già conosciuto.

Pochi anni dopo, Leon Brillouin si domandava: "Come è possibile capire la vita, quando l'intero mondo è ordinato secondo la seconda legge della termodinamica, la quale tende alla morte e all'annientamento?"

A queste preoccupazioni posso rispondere solo in questo modo: contro l’ineluttabilità degli effetti della seconda legge possiamo solo far conto di quanto li ritarda.

Prima tra tutti, l’energia compensatrice che ci viene dal Sole, fino all'esaurimento della sua energia.

Altro esempio di ritardante, saper ben utilizzare i processi cumulativi-dissipativi, oggetto di questo lavoro.

Non escludo che vi siano altri meccanismi che ritardano l’evento finale correntemente chiamato “morte del calore”.


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