Effetti del movimento della Luna su semi e maree.

Esiti della ricerca eseguita da Pietro Baruffaldi.

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In questa seconda pagina dell'introduzione:
3 Soluzione di un problema della fisica;
4a Una forza conseguente;
4b Strutture cumulative dissipative.

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Evoluzione e seconda legge della termodinamica.

La procedura di semina, descritta nella prima pagina dell’introduzione, fa diminuire l’entropia del seme, non facendo aumentare quella di qualcosa d'altro.

Considerata da sola, la seconda legge della termodinamica ci parla di una realtà che dovrebbe tendere ad essere sempre meno complessa ed ordinata. Ogni diminuzione di entropia in un sistema sarebbe possibile solo a danno di un altro sistema, fino al livellamento delle energie, e alla così detta “morte del calore”, quando non potrà più esserci scambio di calore utile.

Contrariamente a quanto prevede questa legge, la teoria dell’evoluzione prende atto invece di una realtà che, fino a qui, nella nostra Terra, ha teso ad essere sempre più complessa ed ordinata, a favore del rifiorire complessivo della vita.

Antidoto alla seconda legge della termodinamica.

Quanto da me sperimentato sui semi risponde alle domande poste dai due fisici Erwin Schrœdinger e Leon Brillouin, e da altri, rivelando che la seconda legge della termodinamica racconta metà della storia.

L'altra metà ci viene detta dai processi cumulativi-dissipativi, che sciolgono / risolvono così l'incompatibiltà tra detta legge ed il fatto della evoluzione.

Detti processi permettono una diminuzione di entropia, senza degrado di energia. Non solo nei semi.

Senza l'antidoto di detti processi cumulativi-dissipativi, la seconda legge della termodinamica porterebbe invece il nostro pianeta all’involuzione, e alla cosi detta “morte del calore”.

Come già è successo su Marte, provvisto sì di due satelliti, ma ciascuno di massa esigua, non sufficiente perché il movimento rispetto ad essi possa generare abbastanza processi cumulativi-dissipativi sul pianeta.

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Le due facce della fisica.

I processi cumulativi dissipativi operano tra le due facce della medaglia della fisica: da una parte le due forze conseguenti – gravità e “forza d”, presentate al punto 1b di questa introduzione - dall’altra le leggi della termodinamica.

È in particolare la “forza d” che opera da contrappeso alla tendenza dell'entropia a crescere.

Altrimenti saremmo condannati all’involuzione, e agli effetti finali della seconda legge della termodinamica, quando tutta la materia sarà allo stesso livello termodinamico, e non potranno più esserci scambi di calore utili.

Darwin o Clausius.

Come alcuni dicono, o ha ragione Darwin, o Clausius. Non tutti e due. I processi cumulativi-dissipativi li mettono ora d’accordo, nei rispettivi campi di competenza.

Evoluzione.

È infatti grazie ai processi cumulativi-dissipativi che si ha diminuzione di entropia senza degrado di energia.

Il vantaggio si riversa poi su tutti gli esseri viventi, permettendo l'evoluzione delle varie forme di vita qui sulla Terra. Fatto altrimenti non spiegabile.

Tutte le condizioni necessarie, affinché questi processi possano aver luogo sono presenti sulla Terra. Anche un adeguato campo magnetico sarebbe tra le condizioni necessarie.

Non così sulla Luna, né su Marte, ove, per quanto io possa presumere, gli effetti della seconda legge della termodinamica non possono essere bilanciati dai processi cumulativi-dissipativi.

Di fatto, la scoperta dei processi cumulativi-dissipativi aggiunge un ulteriore elemento nel valutare la fattibilità dell'esplorazione di Marte. Le sue due lune sono di massa irrilevante; pure il suo ridotto campo magnetico non soddisferebbe quanto è necessario.

Gli esiti di “esperimenti A” e di “esperimenti E”, da eseguire sulla Luna e su Marte, potrebbero confermare o meno tali mie affermazioni.

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Strutture cumulative dissipative.

È bene ricordare che il fisico Ilya Prigogine aveva chiamato “strutture dissipative” i sistemi che consumano “energia libera”, per poi disperdere calore producendo ordine.

Qui si parla piuttosto di strutture che si prestano ai processi cumulativi-dissipativi. Grazie alla scoperta della “forza d”, la fase “energia libera” viene sostiuita dalla fase cumulativa.

Così che il calore viene prima introdotto e poi dissipato in coerenza con l’aumento e diminuzione della velocità angolare rispetto ad altra materia.

Alla fine di questi processi, gli acidi grassi nei semi si trovano ad acquisire configurazioni uniformi, di basso livello di energia, e di più bassa entropia, ma senza che de l'energia sia degradata. In una specie di resettaggio, e auto-organizzazione.

Mi aspetto che questi processi possano aver luogo anche in altre molecole.

Dell'energia prima presa in prestito, poi restituita.

In fase cumulativa, dell’energia, sotto forma di calore, viene presa in prestito; le molecole tendono ad assumere configurazioni di più alta energia, e meno uniformi tra di loro.

In fase dissipativa, l’energia, prima presa in prestito in fase cumulativa, viene restituita; le molecole allora tendono a cadere su configurazioni di bassa energia, e più uniformi tra di loro, in una specie di reset, di auto-riorganizzazione.

Alla fine di questo doppio processo, il bilancio neghentropico è positivo. L’entropia è diminuita.

Diminuzione di entropia, senza degrado di energia.

La diminuzione di entropia succede quando il movimento angolare rispetto ad altra materia - quello che induce la “forza d” e quindi i processi cumulativi dissipativi - è determinato dall’altra forza conseguente, la gravità. È allora che vi è diminuzione di entropia, senza degrado di energia, raggirando la seconda legge della termodinamica.

Sulla base della diversa tendenza dei processi.

A ragione delle diverse tendenze dei processi nelle due fasi, l’aumento di entropia (peggioramento), in fase cumulativa, è più che compensato da una sua maggiore diminuzione (miglioramento), nella sua successiva fase dissipativa.

Entro certi limiti, i processi cumulativi danno origine ad opportunità per diminuire l'entropia, durante la successiva fase dissipativa. In questo senso, la fase cumulativa si rivela essere funzionale a quella dissipativa. Come provato dall'esperimento E con i semi.

In altri termini, è la giusta variazione di temperatura, in ciascuna fase del ciclo, che fa diminuire l’entropia.

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Una ricerca da concludere.

Quanto da me trovato deve essere confermato da altri ricercatori. Infatti, per questo argomento, non esiste ancora una “peer review”. Ce ne sarà solo dopo che altri ricercatori avranno eseguito le dovute osservazioni ed esperimenti. Mi auguro che l'argomento semi possa essere il primo ad essere considerato.

Questa ricerca è tutt'altro che compiuta. Io sono da solo, e ci sono ancora grandi aree da definire, per esempio la lista delle velocità angolari critiche alle quali i processi cumulativi-dissipativi vengono eseguiti.

Dove io non sono riuscito può essere colto da altri come una opportunità, come un incentivo ad adottare questa ricerca per completarla, visto la mia età (sono nato nel febbraio del 1943).

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